È stato osservato che la dieta ricca di zuccheri nei moscerini della frutta porta all’insulino-resistenza nel cervello e compromette la pulizia dei rifiuti neuronali.

 

 

I ricercatori presso il Fred Hutchinson Cancer Research Center negli Stati Uniti hanno scoperto un legame tra obesità e disturbi neurodegenerativi come il morbo di Alzheimer.

Utilizzando il comune moscerino della frutta, la ricerca mostra che una dieta ricca di zuccheri – un segno distintivo dell’obesità – provoca insulino-resistenza nel cervello, che a sua volta riduce la capacità di rimuovere i detriti neuronali, aumentando così il rischio di neurodegenerazione.

Pubblicato il 7 novembre sulla rivista ad accesso aperto PLOS Biology, la ricerca avrà un impatto sulle terapie progettate per ridurre il rischio di sviluppare malattie neurodegenerative.

Sebbene l’obesità sia nota per essere un fattore di rischio per disturbi neurodegenerativi come il morbo di Alzheimer e il morbo di Parkinson, il modo esatto in cui l’uno porta all’altro rimane un mistero.

Il nuovo studio si è concentrato sulla risposta a questa domanda sfruttando la somiglianza tra gli esseri umani e i moscerini della frutta.

Avendo precedentemente dimostrato che una dieta ricca di zuccheri porta all’insulino-resistenza negli organi periferici dei moscerini, i ricercatori si sono rivolti ai loro cervelli.

In particolare, hanno esaminato le cellule gliali, perché è noto che la disfunzione microgliale porta alla degenerazione neurale.

I livelli della proteina PI3k indicano quanto una cellula è in grado di rispondere all’insulina. I ricercatori hanno scoperto che la dieta ricca di zuccheri ha portato a una riduzione dei livelli di PI3k nelle cellule gliali, indicando insulino-resistenza.

Hanno anche esaminato l’equivalente della microglia, la cui funzione primaria è quella di rimuovere i detriti neurali, come gli assoni degenerati.

Hanno osservato che queste glia avevano bassi livelli della proteina Draper, indicando una funzione compromessa. Ulteriori test hanno rivelato che la riduzione artificiale dei livelli di PI3k ha portato sia all’insulino-resistenza che a bassi livelli di Draper nella glia.

Infine, hanno dimostrato che dopo aver effettivamente danneggiato i neuroni olfattivi, la glia inguainante non poteva rimuovere gli assoni degenerati nei moscerini con la dieta ad alto contenuto di zuccheri perché i loro livelli di Draper non aumentavano.

Gli autori aggiungono: “Usando i moscerini della frutta, gli autori stabiliscono che le diete ad alto contenuto di zuccheri innescano la resistenza all’insulina nella aglia, interrompendo la loro capacità di eliminare i detriti neuronali. Questo studio fornisce informazioni su come le diete che inducono l’obesità contribuiscono potenzialmente all’aumento del rischio di disturbi neurodegenerativi”.